la battaglia per le banche
Lo scontro politico non frena il secondo mandato del governatore in carica
ROMA.
Il premier Gentiloni conferma Ignazio Visco alla guida della Banca d’Italia. Ieri ha firmato la lettera di designazione che sarà esaminata stamattina dal consiglio superiore di Via Nazionale: alle 11 il consiglio dei ministri per la delibera e poi il Quirinale emetterà il decreto di nomina.
Visco verrà confermato nel suo mandato per altri sei anni. Dovrà mettere a frutto tutta la sua esperienza per far fronte alle prossime sfide che aspettano via Nazionale e il sistema europeo delle banche centrali, di cui l’Italia fa ovviamente parte: consolidamento della ripresa, uscita graduale dal quantitative easing, e - tema caldissimo in Italia - vigilanza sul sistema bancario.
La conferma di Visco arriva nel mezzo di uno scontro politico senza precedenti. Non che la Banca d’Italia sia stata sempre al riparo dagli appetiti e dalle critiche della politica: anche ai tempi della prima nomina di Visco, nel 2011, fu l’allora presidente Napolitano a sciogliere i nodi. Ma stavolta il Pd, partito di maggioranza in Parlamento e nel governo, fino all’ultimo secondo ha attaccato la gestione della Vigilanza. Matteo Renzi ha preso le distanze a «Porta a Porta» nella notte tra mercoledì e giovedì, il presidente del partito Orfini ha rincarato la dose, il Pd ha fatto approvare nei giorni scorsi una mozione in Parlamento di fatto anti-Visco. Ieri Renzi è tornato alla carica a Radio Capital: «Spero in sei anni migliori, per me chi sbaglia paga, nemmeno Obama dura dodici anni», ha ironizzato. Il Pd è comunque spaccato: il capogruppo alla Camera Ettore Rosato ha dichiarato di «sostenere» la scelta di Palazzo Chigi. Mentre il gruppo di dem che non ha partecipato al voto della mozione anti- Visco rivendica, con Dario Ginefra, la correttezza del proprio atteggiamento. I grillini scatenati sparano a zero: «Errare è umano, ma perseverare è diabolico », dichiarano alcuni deputati, mentre Forza Italia con Brunetta approva la scelta.
Di fronte alla bufera, Gentiloni non ha mosso ciglio. In linea con il Quirinale - che quando venne approvata la mozione parlamentare del Pd ricordò le prerogative di «autonomia e indipendenza » di Via Nazionale - ha tirato dritto su Visco, nonostante le pressioni del partito di maggioranza. Una linea a favore della stabilità, contro quella renziana “rottamatrice” che ha individuato nelle banche uno dei temi delle prossima campagna elettorale. Una linea che da oggi, con la nomina da parte del Quirinale, si trasformerà in altri sei anni alla guida di Banca d’Italia per Visco
( r. p.)
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