l'alluvione di livorno
Quel codice arancione che annunciava allagamenti È lite fra Comune e Regione
MATTEO PUCCIARELLI
DAL NOSTRO INVIATO
LIVORNO.
Filippo Nogarinè piantato da ore alla sala operativa della Protezione civile in centro città, il suo cellulare sta fisso attaccato al caricabatterie ed è diventato una specie di centralino. Il sindaco ha fatto nottata da prima che si sapesse della tragedia: s’era allagata anche casa sua nella frazione di Antignano. «Ho lasciato mia moglie con gli stivali e le scope», racconta.
A un certo punto viene convocata la videoconferenza con le centrali dei soccorsi di Firenze e Roma. Gli chiedono se la popolazione sia stata dovutamente avvertita. Nogarin sospira al microfono: «Già me lo immagino che verrà fuori qualche polemica del giorno dopo…». E non poteva essere diversamente: sei morti a causa degli allagamenti, a Livorno non era mai successo niente del genere. Lui si sfoga: «Sono letteralmente schifato». Il riferimento è a chi ha, o avrebbe, tentato di scaricargli la responsabilità di non aver dato l’allarme. Nessuno dei due lo dice apertamente, le apparenze dei rapporti istituzionali sono salve, ma la frizione (eufemismo) è tra Nogarin e il presidente della Regione Enrico Rossi.
Il nodo della questione, quello che dovrebbe individuare il “colpevole”, sta attorno alla definizione di “allerta arancione”. Cos’è? Il tipo di allarme emesso dalla Regione Toscana venerdì scorso alle 13.08. Nel documento si spiega qual è il pericolo per domenica, cioè ieri, anche per la provincia di Livorno: «Possibilità di diffusi e significativi innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua maggiori con fenomeni di inondazione delle aree limitrofe, interessamento degli argini, fenomeni di erosione delle sponde, trasporto solido e divagazione dell’alveo; possibilità di occlusioni delle luci dei ponti dei corsi d’acqua maggiori; possibili criticità connesse al transito dei deflussi nei corsi d’acqua maggiori anche in assenza di precipitazioni; possibili danni alle opere di contenimento». Dizioni tecniche a parte, è ciò che è successo a Livorno, con tutti i cinque torrenti che hanno esondato.
«Senza voler far polemica eh, ma dopo l’adozione di questo stato d’allerta spetta ai sindaci avvertire i cittadini e allestire un piano d’azione assieme alla Protezione civile provinciale», spiega Rossi. Della serie: sapevate cosa poteva succedere e avete fatto finta di nulla. Fra le altre cose esiste anche una app della Regione che attraverso un allarme sonoro avverte i sindaci in caso di un innalzamento improvviso dell’innalzamento dei livelli dei corsi d’acqua. Qualcuno poi fa notare un’altra cosa ancora, cioè che un mesetto fa Nogarin aveva rimescolato le deleghe dirigenziali in Comune; via il vecchio ed esperto dirigente con delega alla Protezione civile Leonardo Gonnelli e dentro l’ex capo della Polizia municipale Riccardo Pucciarelli.
La versione del sindaco Cinque Stelle però è un’altra. Primo: «Riceviamo continuamente questo tipo di allarme, l’ultimo una settimana fa. E l’allarme arancione non è mica rosso» (contro-risposta di Rossi: «Si differenziano solo per l’ampiezza del fenomeno »). Secondo: «Nessuno poteva prevedere che in due ore piovesse tanto quanto negli ultimi due mesi». Terzo: «Siamo davanti a una mancanza di pulizia dei fiumi e dei fossi. La pulizia spetta ad un consorzio di bonifico ed alla Regione, poi però la colpa se la prende sempre il sindaco». E quindi, «trovo irrispettoso nei confronti di chi è morto vedere che qualcuno speculi così». A parziale difesa di Nogarin, arriva il sindaco pd di Siena Bruno Valentini, che per Anci ha la delega della Protezione civile: «Noi da tempo chiediamo di rivedere le procedure di allertamento meteo. La loro frequenza sta aumentando esponenzialmente. I cellulari dei sindaci sono intasati da questi messaggi».
Oggi intanto arriva il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti in città e la Regione dichiarerà lo stato di calamità stanziando tre milioni di euro per i soccorsi. Il Pd livornese e toscano invece rispolvereranno le magliette gialle per dare una mano con i propri volontari: «Oggi non c’è spazio per le polemiche, se lo ricordi Nogarin! », è l’invito — polemico — del segretario regionale Dario Parrini.
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Una vista dall’alto della città di Livorno, inondata ieri dalle piogge
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